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mano al cospetto delle persone che l’accompagnavano.
In piazza della Scala si rivolse due o tre volte per vedere se la seguissi. Le vaghe incertezze, le gioie tumultuose, i febbrili desiderii dell’amore a vent’anni mi inondarono il cuore in una volta: l’ondeggiare della sua veste sembravami avesse qualche cosa di carezzevole; il suo paltoncino bianco, e il fazzoletto che pel freddo si teneva sul viso, avevano irradiazioni luminose. Io non saprei ridire l’emozione che provai al pensiero di poterle dare il braccio, o di poter toccare un lembo di quel fazzoletto. Ad un tratto ella attraversò la via, insieme alla sua compagna, e seguita dalla sua scorta di parenti, camminando sulla punta dei piedi e rialzando il lembo del suo vestito, venne a mettersi al mio fianco. Mi guardò in viso come se aspettasse qualche cosa da me. Io sentii un dolore acuto, e volsi le spalle.
La rividi ancora parecchie volte, e gli