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agitava nel cuore di lei; avrei voluto penetrare attraverso la seta di quella maschera; l’incognito di quel viso, di quella persona, e di quel modesto romanzetto sbocciato al gas della Scala aveva mille attrattive per un osservatore. La mia simpatia, o la mia curiosità, avrà dovuto penetrarla come corrente elettrica; perchè si volse a guardarmi due o tre volte, con quei suoi occhioni neri; poi si alzò, prese il braccio del suo compagno e si allontanò.

Sembrommi che all’allegria di quella festa fosse succeduta una inesplicabile musoneria, che mi mancasse qualche cosa; la cercavo con un’avida speranza di rivederla, quasi cotesta sconosciuta fosse diggià qualche cosa per me.

Sul tardi ci trovammo di nuovo faccia a faccia accanto alla porta, mentre ella usciva dalla sala ed io vi rientravo. Rimanemmo immobili, guardandoci fissamente, a lungo, come due che si conoscono, quasi