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106 | la coda del diavolo |
vadere dal coraggio che avea tanto invocato. Lina era immersa a capo fitto in quel che stava leggendo, e non fiatava da un gran pezzo; ei si alzò, fece un passo verso di lei, e balbettò:
— Lina!
Ella si rizzò, spaventata da quella sola parola, pallida come un cencio e tutta tremante. Donati rimase a bocca aperta e non seppe andare innanzi. Rimasero alcuni istanti così. Ella si rimise per la prima; prese il ricamo che aveva accanto, ma le mani le tremavano ancora talmente che l’ago punzecchiava stoffa. Egli si arrovellava dentro di sè d’essere così grullo. — Cosa avete? disse infine. — Siete in collera con me? Non mi perdonerete mai?
La donna alzò il capo, sgomenta, e lo guardò come esterrefatta. Chinò la fronte di nuovo e balbettò con voce spenta e mal ferma alcune parole inintelligibili.
A poco a poco Donati diradò le sue visite.