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che preparavano il maggese tutto l’anno. E Cesare, il marito, colla testa sui ginocchi di Elena, le diceva:

— Vorrei essere ricco come il Barone per renderti felice.

Quel paesaggio, quelle nuove sensazioni avevano una grande influenza sulla natura di Elena, impressionabile e appassionata. In quel l’ora di effusione, nel gran silenzio della sera, nell’isolamento completo della campagna profumata, il marito le si abbandonava completamente, le apriva intero il suo cuore, coi pudori, colle timidezze, colle espansioni, colle angoscie e i rimorsi del suo affetto fervente e vergine. Guardando le stelle che sorgevano al disopra della Rocca, col capo fra i ginocchi di Elena, le narrava le pene che aveva sofferto pel suo amore, il rimorso che ella gli era costato, quando aveva visto partire la sua povera madre desolata. Ora anch’egli non aveva altri al mondo, perciò alle volte sentiva il bisogno di immergere il suo volto nel seno di lei, di chiudere gli occhi, di non pensare più a nulla.