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Ella lo sentiva, tenendogli sempre stretta la mano sotto lo scialle, seduta accanto a lui nel carrozzone, guardando la pianura grigia di stoppie che fuggiva dietro a loro. Infine dovette lasciarlo, per montare nella carrozzella sconquassata che aspettava i viaggiatori del paesetto, coi ronzini dormenti all’ombra magra delle robinie. E l’era parso che egli le avrebbe detto ancora: — Aspettate, che voglio accompagnarvi sino al paese.... — stringendogli sempre la mano di nascosto sotto lo scialle.

Egli affacciato allo sportello, premendosi il fazzoletto sulla bocca, seguiva cogli occhi il mantice polveroso del legnetto che ondeggiava e traballava allontanandosi per la straduccia bianca. Quando non vide più nulla, si rincantucciò in un angolo, buio come l’animo suo, nella notte che avviluppava diggià ogni cosa, piangendo come un ragazzo. Ma allorquando i lumi della città cominciarono a risplendere nell’orizzonte, anch’egli si rischiarò, ripreso dall’immagine di Elena, e rifletteva che sua