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darle le mani che facevano andare la spoletta, inamidato e taciturno.

Quell’aria di musoneria si estendeva come un contagio. Persino la briscola languiva, e don Liborio mischiava le carte svogliatamente. Donn’Anna una volta arrivò a troncare la partita prima del solito per chiedere al giovane quando pensava ad aprir studio d’avvocato, se nella sua famiglia c’era qualche progetto riguardo al suo avvenire, se le sue sorelle pensavano di accasarsi prima di lui, ecc. ecc. Don Liborio, coi gomiti sul tavolino, e il berretto fra le mani, ascoltava taciturno. Infine, sentenziò che il primo dovere di ogni galantuomo era di crearsi una famiglia, e un avvocato per posarsi agli occhi del pubblico, ha bisogno indispensabile di prender moglie. Roberto, il quale aspettava da sett’anni l’avanzamento nell’ospizio dei trovatelli per ammogliarsi anche lui, approvava col capo, seduto accanto alla sorella maggiore

— Per una madre di famiglia, conchiudeva donn’Anna, è un gran pensiero quello di dar