vecchio cancelliere borbonico, messo a riposo, era diventato rosso sino al bavaro spelato del soprabito, e prestava anche un po’ di orecchio alle novità del socialismo. La mamma, col lungo stare in provincia, quando suo marito era in carica, aveva appreso perfettamente che in certi paesuccoli ci sono delle fortune modeste e solide da invidiare sinceramente, quei giorni in cui il calzolaio o il fornaio assediano la casa, e tutta la famiglia esciva a passeggio in gran gala per non udire ad ogni momento il campanello dell’uscio. Ella assumeva il contegno bonario di una donna di casa ormai lontana dalle frivolezze, e si intratteneva col giovane in discorsi serii anch’essa, a modo suo, di quel che rendevano i suoi poderi di Altavilla, del vino che davano le vigne, di quanti erano a berlo, e il giovanotto, commosso della premura affettuosa, raccontava per filo e per segno i fatti di casa sua, faceva il conto delle poche entrate della famiglia, e di quanti erano a tavola; anzi un poco vergognoso del numero, arrivava a soppri-