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Egli voleva prenderle la testa fra le mani, con un bacio casto da fratello. Ma Elena lo respinse, mettendogli le mani sul petto, senz’aprir bocca. Solo di tratto in tratto gli si stringeva al braccio, camminandogli allato. Cesare non sapeva dove la conducesse, con una gran confusione nella mente, e il cuore che gli martellava. Elena teneva il mento sul petto. Tutto a un tratto si trovarono in via del Duomo. Cesare chiese infine:

— Dove andiamo?

— Da tuo zio don Luigi.

Il giovane si fermò su due piedi. Elena soggiunse:

— Lo so, tuo zio mi è ostile, ma non mi lascerà in mezzo alla strada. Vedrai.

Cesare voleva obbiettare che suo zio era severo ed inflessibile, e che egli non andava più a fargli visita dacchè aveva ricevuto una certa ramanzina a proposito della sua assiduità in casa dell’Elena.

— Tanto meglio! ribattè costei. Vuol dire che sa tutto! Una volta o l’altra bisognava