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ciate oscure delle case si apriva di tratto in tratto qualche finestra illuminata, silenziosa. Da lontano si udiva ancora il rumore delle carrozze nelle vie più frequentate.

Elena taceva; quando passavano sotto un fanale, si vedeva la punta dei suoi stivalini sotto il lembo della veste che teneva raccolta e un po’ sollevata da un lato colla mano destra. Cesare con voce esitante, le chiese:

— Mi ami sempre?

Ella gli strinse il braccio silenziosamente. Due questurini passarono rasente al muro, colle mani nelle tasche del cappotto.

Il giovane scoraggiato, a secco di risorse, balbettò:

— Andiamo a casa mia?

— No! diss’ella risolutamente.

Egli la guardava in silenzio, timidamente, quasi per chiederle se fosse già pentita. Elena, come gli leggesse negli occhi, riprese:

— T’amo sempre! Tornerei a fare quello che ho fatto per essere tua!