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stata. Cesare non le aveva detto nulla, ma ella l’indovinava ai suoi tristi silenzi, agli occhi che gli si gonfiavano di lagrime, quando le stringeva commosso la mano, scrollando il capo, e pareva volesse dirle:

— Dimentichiamo! dimentichiamo!...

Una delle sorelle, nell’espansione disperata delle lagrime, aveva detto che la mamma non s’era più riavuta dallo spavento quando il canonico aveva scoperto la vendita segreta del sommacco e l’affare del vaglia mandato a Cesare di nascosto. Sembrava che zio e nipote avessero sempre dinanzi agli occhi quelle parole, e non potessero guardarsi senza ricordarsene.

A poco a poco nella famigliuola andavasi facendo la calma del dolore, si riprendevano tristamente le abitudini della vita, l’intimità era meno silenziosa ma meno stretta. Il prete tornava alla sua chiesa e ai suoi poderi. Cesare aveva dovuto fare una o due gite alla città per affari, quantunque fosse l’epoca feriale.

Le ragazze ricominciavano ad occuparsi di