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contenta di così poco. — Il sangue gli parlava nelle vene, il sangue stesso di don Anselmo, il quale aveva accumulato una bella sostanza, e doveva rammentarsi del sangue suo, prima di disporre in favore dei nipoti, e di gente estranea per soprammercato, che aspettava la sua morte per scialarla coi suoi denari. Il paese intero diceva la stessa cosa. Nella spezieria e nel Casino non si parlava d’altro che del lusso di Elena, dei suoi ricevimenti principeschi, delle sue dozzine di cappelli, — aneddoti, pettegolezzi, maldicenze. La signora Brancato, la signora Golano, tutte, andarono a farle visita in gala, seguite da certi servitori insaccati in livree a colori vivaci, impastoiati in guanti bianchi di cotone.

Elena sembrava tornata ai bei tempi della Rosamarina. La morte che aveva colpito come un fulmine, il lutto che si era stretto attorno alla famiglia, l’aveva riaccostata intimamente e sinceramente al marito, di cui sentiva essere il solo conforto, quasi una cara e dolorosa memoria vivente delle amarezze che gli era co-