duta ai piedi di lui di un sol colpo, coi due ginocchi per terra, le braccia aperte, il viso disfatto, dicendo — Uccidimi! — O si sarà arrestata sull’uscio, ritta, immobile, pallida, fiera, a fronte alta, ripetendo cogli occhi limpidi e lucenti — No! no! no! — O infine, sedendo in disparte e accavallando le gambe, colle sopraciglia aggrottate, col labbro sdegnoso gli avrà detto: — Sì! Che vuoi? non ti amo più! — Egli rimaneva pur sempre lo stesso uomo, fuiminato dalla scoperta. Trasalendo, ancora ansioso sotto il fascino di lei; e quegli occhi stralunati come quelli del moribondo che cerca la luce, hanno forse ancora in quel momento la dolorosa visione della gioia fuggita per sempre, di tutti quei fantasmi rapidi e vivi che inchiodano la lingua e fanno cascar le braccia. Quindi l’abbattimento che sembra oblìo, le tacite e scorate rassegnazioni, una parola vaga e senza senso, poi due individui che, dopo essersi tanto amati, si voltan le spalle silenziosi, si vedono solo dinanzi alla gente, scambiano qualche parola a tavola, dinanzi ai domestici, evitando