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nell’anticamera, col candeliere in mano, e le ciglia in arco, fingendo di farsi la croce dalla sorpresa, protestando che non poteva alloggiare una ragazza, in coscienza, col figlio giovane che aveva in casa. Il vicinato avrebbe mormorato. Ella era molto scrupolosa su certe cose delicate. Il suo confessore era il padre Mansueto dei Cappuccini, il quale non era di manica larga. Roberto ascoltava dietro l’uscio. Elena un po’ pallida, col mento leggermente convulso dall’emozione, chinava il capo, e tirava pel braccio Cesare, il quale cercava di insistere balbettando, col cappello in mano, quasi chiedesse l’elemosina, evitando gli occhietti acuti della sua interlocutrice. Costei, quando li udì sgattaiolare tastoni per le scale al buio, mise un sospirone, e disse al figliuolo, che allungava il capo dall’uscio:
— Finalmente! se ne sono andati!
— Ci mancava quest’altra! osservò Roberto. Ho avuto buon naso, ho fatto bene a prevenirvene. Chi sa quando si sarebbe aggiustato