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contrarla, di dirle una buona parola, di mettere un momento la sua immagine leggiadra fra le occupazioni noiose della sua professione.
— Come stai bene! Hai passeggiato molto? Sei rossa in viso. Vuoi che ti accompagni in legno?
— No, vado qui vicino. Grazie.
— Sai! per la causa col Demanio, sono in giro dalle otto. Va benone!
— Addio.
Egli si sporgeva ancora dal legnetto che correva saltellando sul lastricato per seguire cogli occhi amorosi l’andatura modesta ed elegante della sua Elena, la quale si allontanava frettolosa, rasente al muro, a capo chino, grave del pentimento di una colpa inutile. Cesare invece correva dagli avvocati, dai procuratori, su e giù per le scale dei tribunali, tutto invaso e commosso dal pensiero di lei, onde procurarle quella vita agiata, quei mobili antichi, quei servitori coi capelli bianchi che avevano l’aspetto di averla tenuta a balia. La