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Ma lui colla sua tacita devozione, colla sua generosità ignorata, coi suoi servizi senza pompa, col suo aspetto modesto, non poteva appagare il bisogno irrequieto di emozioni vietate, il sentimentalismo isterico, le tentazioni malsane, che la complicità di una vita facile doveva sviluppare ed irritare in Elena. Ella si creava ingenuamente delle sofferenze ideali, si atteggiava da incompresa, da vittima, nel tempo stesso che godeva il frutto di quei sacrifici ignorati.
Cercava ancora il sogno della sua giovinezza delusa, ma rimaneva inespugnabile in mezzo a tutto un avvicendarsi di intrighi galanti, e di scandali color di rosa. Prima fu un poeta che la ispirò. Una gloria futura, che scriveva dei versi — a Lei! — a Te sola! — a Te che sai! colle sopracciglia aggrottate, e la destra nello sparato del panciotto, ritto su di un piede come un gallo, in mezzo alle dame che stralunavano gli occhi onde far credere ciascuna di esser lei, la sola, quella che sapeva. Elena aveva voluto avere anche lei nel suo salotto