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più quella specie di separazione fra marito e moglie. Egli tornava a casa stanco, disfatto, quando Elena usciva dal suo spogliatoio vaporosa ed elegante come una figura da giornale di mode. Ella gli domandava affrettatamente se avesse bisogno di qualche cosa, suonava per chiamargli la serva. Si lagnava — Dio mio! a quest’ora! Con tanta gente che ci ho! — Trovava alle volte qualche minuto per sparire fra due usci, e andare a mettere la sua testolina ornata di rose purpuree o di camelie nel vano del suo uscio, dicendogli: — Non vieni un momento? Un momento solo! per farti vedere e non aver l’aria di non so che. — Poi la mattina, stanca, assonnata, tornando dal teatro, o dal ballo, o dalle serate di musica, si lasciava accarezzare, sbadatamente, impazientandosi se egli le intrigava un nodo, o le strappava una forcellina. — Dio mio! Dio mio! Tu non sai come son stanca! Tu ti alzi adesso! E la bimba? ha pianto? Perchè non sei passato da casa Galli, un momento, per farti vedere? Che sonno! lasciami dormire!