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ma gli offuscava, gli avvelenava ogni gioia, se Elena gli fissava gli occhi addosso, se gli rideva, se nella voce di lei sentiva un’intonazione più dolce, s’ella chinava il capo sotto la sua carezza come una colomba innamorata! No! no! era impossibile che quella colomba avesse guardato un altro così! che gli avesse parlato in tal modo!
Era una bambina! Era una bambina!
Allora posava la testa sulle spalle di Elena, la cingeva colle braccia, come per proteggerla, le parlava della figliuola per metter questa fra il presente e il passato.
— L’importante è d’impararle ad essere felice, la povera creaturina, a contentarsi del suo stato. Non è vero, Elena? Quando si è contenti del proprio stato si è felici. Noi non siamo ricchi. Abbiamo avuto dei guai tanti! Ti ricordi, povera Elena? Ma ora son finiti. Non è vero che son finiti?... Dimmi, sei felice anche te?
Elena diceva di sì col capo, cogli occhi, colle carezze, coi baci.... Poscia tornava a ba-