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che accarezzava la testolina bionda della figliuoletta: — Bambina! bambina mia! Tu sei ancora una bambina.
E sentiva una dolcezza melanconica, una specie di conforto al pensare che la sua Elena era così giovane od inesperta, da non accorgersi quasi del male che poteva fare, ch’egli era il suo protettore e la sua guida, e se pure un momento ella si era smarrita per correre dietro il suo cervellino romantico, la colpa era di lui, che non era stato abbastanza prudente, nè abbastanza forte. Il sentimento della propria debolezza era il suo maggiore tormento. Gli pareva di diffidare della moglie perchè diffidava di sè stesso. Si attaccava tanto più a lei quanto meno si sentiva a livello di quel carattere energico e risoluto. Egli era la donna, l’amante, senz’altra forza che la devozione, l’abnegazione, il sagrificio. Ma quante cose non gli aveva sacrificato l’Elena! Quanti pensieri gli tornavano in mente mentre accarezzava la testa di Elena! ed uno, il più doloroso di tutti, che non si presentava mai nettamente,