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coperta di lana a fiori, si acconciò i capelli quasi senza guardarsi nello specchio, messo fra due cortine, su di un tavolinetto ornato di mussolina trasparente, e cominciò a spogliarsi lentamente, fissando il letto vuoto della sorella, restando assorta di tanto in tanto ad accarezzarsi le braccia pallide e un po’ magre.

Don Liborio dal canto suo non poteva risolversi ad andare a letto; e seguitava a passeggiare su e giù, in maniche di camicia e col berretto da notte in capo, ficcando le dita ogni cinque minuti nella tabacchiera. Sua moglie gemeva sotto le coperte: — Io mi sento malata! Domani chiamatemi il medico, per carità!

Il buon’uomo allora si fermò dinanzi alla consorte, che gli mostrava un occhio malinconico di sotto le lenzuola, preso da una specie di singhiozzo che gli comprimeva la pancia dentro i calzoni fin sotto alle ascelle, scuotendo tristamente il fiocco del berretto di cotone. — Quell’assassino ci farà morir