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egli non osava, al vedere quello sguardo strano, al contatto di tutta quell’aria di indifferenza che ella non dissimulava neppure. Egli l’amava come prima, più di prima, perchè ella era la parte migliore di sè stesso, la sua gioia, il pensiero di tutti i giorni, lo scopo del suo lavoro, la dolcezza della sua casa, l’essere intimo e caro in cui si incarnavano tutte le sue speranze, le sue gioie, i suoi sogni, per cui aveva sofferto, e nel cui sorriso era la sua felicità.
Allora si abbandonava all’espansione dei suoi sentimenti, tornava ad accarezzarla colle parole e colle mani tremanti, a stringerla forte, quasi avesse temuto che le fuggisse, e coprirla di baci deliranti sulle mani, sulle labbra, sul collo, sugli occhi, sui capelli.
Dapprincipio si animava anche lei a quella foga d’affetto, dimenticava ogni altra cosa, dibattendosi sotto quelle carezze, chinando il capo con piccoli gridi selvaggi; chiudeva gli occhi, sorridendo, coi cappelli allentati si abbandonava. Poi tornava in sè, abbuiavasi,