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quella matrona larga e lenta l’Elena di un tempo, modellata leggiadramente dal vestito, ancora un po’ rigida, ma diggià serpentina ed elegante, coi grandi occhi curiosi sotto il cappellino modesto.
Ella non era perversa no! si credeva sinceramente disgraziata, faceva il possibile per riannodare il passato, sorrideva dolcemente allorchè suo marito le prendeva le mani come una volta, senza osare di parlare. Egli la guardava sempre in quegli occhi stanchi con una gran tenerezza, e la baciava a lungo, a lungo, quasi avesse voluto dirle cose che non sapeva spiegare egli stesso in quel bacio. Tanto che alle volte Elena, staccandosi da lui, gli fissava in volto uno sguardo strano, come sorpreso gradevolmente di quell’amore che durava sempre, e domandava:
— Davvero? mi ami ancora lo stesso? sempre come prima?
Oh! se ella l’avesse incoraggiato!... Se ella non gli avesse agghiacciato le parole in cuore con quella fredda incredulità!... È che