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d’ero nello stato in cui è lei adesso, facevo anche peggio.
Nei giorni seguenti Elena andò calmandosi a poco a poco. Il medico confermò il giudizio di donn’Anna, raccomandò il riposo, una vita calma, delle distrazioni quanto si poteva, ed un moto regolare. Elena ebbe una gestazione travagliatissima. Il caldo eccessivo della stagione aveva contribuito ad abbattere le sue forze. In poco più di un mese ella era divenuta irriconoscibile, colle guance scarne, gli occhi stanchi e profondamente solcati, qualcosa di cascante in tutta la sua persona. Ella si alzava tardi, passava delle giornate intiere sdraiata sul canapè, senza aprir bocca. Non si occupava più di nulla, non s’interessava a nulla. S’annoiava di tutto, s’irritava alle più lieve contrarietà. Diceva che oramai si era fatta vecchia. Non si guardava più nello specchio, si lasciava pettinare come volevano, indossava la sera una specie di accappatoio lungo, si buttava uno scialle indosso, e andava a fare una passeggiata a lenti passi,