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udiva fin là il fischio dei vapori che partivano. Spirava una brezzolina fresca, ed Elena rispondeva ostinatamente alla sorella che la supplicava all’orecchio scuotendo il capo risolutamente, e ripeteva con voce sorda:
— No! no! lasciatemi stare! lasciatemi stare! Infine si voltò inasprita, cogli occhi scintillanti di collera, la voce rauca:
— Lasciatemi, vi dico! Lasciatemi sola! Che paura avete?... Perchè non mi lasciate sola?...
Ma, scorgendo suo marito non disse più nulla, e si appoggiò un’altra volta alla ringhiera col mento sulle palme. Due colonne di fumo nerastro si svolgevano attraverso gli alberi fitti del porto che frastagliavano di linee nere e sottili l’opale del tramonto. Poi cominciarono a scorrere lentamente lungo il muraglione del molo, e girarono la punta del faro, sbuffando più densi, accompagnati da un fischio prolungato e lontano. Due grandi piroscafi uscirono insieme fuori del molo, e s’avanzarono nel mare che imbruniva, come una sola gran massa nera bucata di punti