Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/198


— 188 —

che in tutte le case dov’era stata, non aveva mai visto una cosa simile. Egli doveva mandarla via colle buone, senza rimproverarla, e dopo che se n’era andata brontolando e strascinando le ciabatte per gli scalini di marmo, venti volte si era piegato sulla ringhiera, come attratto dal vuoto che si sprofondava sotto di lui per tre piani.

Ormai nessun’altra risorsa. Quei due o tre procuratori che gli avevano procurato del lavoro di seconda mano gli facevano rispondere che non erano in casa. O se non potevano evitarlo per le scale gli spiattellavano sul viso: — Mio caro, voi siete una macchina. Comprendiamo i vostri bisogni, ma non possiamo rinunziare al lavoro utile per darlo a voi.

Ei sarebbe morto dieci volte di fame, piuttosto che andare a domandare del denaro in prestito, se non fosse stato per l’Elena. L’unico a cui credeva di potersi rivolgere era il cugino Roberto.

Ma gli ripugnava l’idea che Elena avesse