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un conforto e una distrazione nella maternità, avvilita dal rovescio, con degli impeti di rivolta comecchesia contro il destino, dei rancori sordi contro tutto ciò che contribuisse alla sua sorte, come della frenesia, un bisogno di rappresaglia, cedendo grado a grado a delle aspirazioni insensate di cercarsi da sè quello che la sorte le negava, di fuggire dalla realtà in qualsiasi modo.

Allora la tentazione che stava in agguato, che le ronzava d’attorno, nel cervello, nel sangue, dinanzi agli occhi, la colse, se non pel cuore, per la mente guasta e fuorviata, nello spirito inquieto e bramoso. Là, sul canto del Piliero, mentre andava dalla mamma per fuggire le angustie della casa — e si fermò su due piedi al veder Cataldi, impallidendo a un tratto quasi fosse già colpevole. E le lusinghe di lui, e le parole scellerate, l’accento caldo, gli sguardi che accendevano il sangue:

— No! no! no! — ripeteva ad intervalli, sempre con voce più fioca, sempre colla fronte più bassa. Infine....