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in tanto le stringeva le mani senza aprir bocca.

— Come ti ho reso infelice! mormorò al fine.

— Tu? rispose Elena, stringendosi nella spalle. Che idea? Tu hai fatto quel che potevi.

Ma egli aspettava qualche altra parola, avrebbe voluto che Elena indovinasse qual dolore, quale umiliazione fosse stata per lui vederla nascondere e dissimulare le sue sofferenze. Gli sembrava che ella lo respingesse, e in certi momenti si spalancasse fra di loro un gran vuoto.

— Senti, Elena! le disse timidamente, se potessi morire, per levarti da questo stato, lo farei.

Elena non ebbe un sol lampo di carità negli occhi, quel lampo che forse suo marito aspettava trepidante. Soffriva troppo da qualche tempo anche lei.

— No! tu non ci hai colpa, no! gli diceva. — Son io che non ho fortuna; non ne ho