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— Ho venduto il pianoforte, rispose Elena secco secco.
Egli arrossì, e non aprì più bocca sinchè i facchini portarono via lo strumento prediletto di Elena.
Poi, come l’uscio fu rinchiuso, prendendo il suo coraggio a due mani, balbettò:
— Perchè hai venduto il pianoforte?
— Era necessario.
— Lo so, dico perchè non hai venduto qualche altra cosa?
— Il pianoforte era mio... Intendo che non serviva più a nulla. Non suono più.
Lagrime amare comparvero negli occhi di lui, che non osava alzare il capo.
Elena seguitò a spingere alcune poltrone nel posto lasciato vuoto dal pianoforte. Poi lo schianto di quel dolore timido e peritoso le toccò il cuore. Si accostò a lui intenerita, e l’abbracciò senza dir motto.
Egli guardandola negli occhi parve volesse dirle qualcosa di decisivo. Ma era così commosso che non trovava parola. Solo di tanto