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doli egli stesso all’uscio perchè non osava chiamare la serva, la quale, nella cucina fredda, alzava le spallacce, sotto il fazzoletto unto. Poi doveva fingere di essere tranquillo, rientrando nelle belle stanzine arredate di mobili nuovi, colle stoffe freschissime, si sdraiava sul divano soffice, posava i piedi indolenziti sul tappeto morbido. Sua moglie fingeva anch’essa di non accorgersi del pallore di lui, della sua agitazione; non gli diceva nulla di quel che accadeva nella sua assenza. Si dava sempre da fare nelle altre stanze per non esser costretta a rimanere faccia a faccia con lui.
Una volta sola, uscì in questa osservazione:
— Quando non ci sei, è una cosa da impazzire con quello scampanellìo continuo all’uscio!
Un mattino vennero dei facchini a prendere il pianoforte. Il marito che non sapeva nulla, escì al rumore dallo studio per informarsi cosa fosse.