Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 170 — |
Dov’erano andati i sogni da ragazza dell’Elena? i castelli in aria fatti al chiaro di luna sul terrazzino, cogli occhi fissi alla finestruola dello studente, nei lunghi silenzi riboccanti di echi di un mondo sconosciuto, allorchè l’amante le sedeva accanto nel salottino di via Foria? Ora vedeva ritornare a casa suo marito stanco e disanimato. Egli le rispondeva col sorriso triste. Aveva il povero orgoglio mascolino di nasconderle le sue angoscie e di risparmiarle delle pene alle quali ella non poteva arrecare alcun rimedio. A lei invece la preoccupazione concentrata di lui sembrava egoistica; l’irritava alle volte contro di lui; le pareva della rassegnazione fiacca. E mentre stavano zitti l’uno di fianco all’altra, gli volgeva alla sfuggita degli sguardi singolari, gli diceva;
— Ci devono essere tante vie aperte per un uomo....
Oppure:
— Se fossi in te mi par che troverei....
I giorni che scorrevano uniformi! Ogni mattina Cesare come apriva il balcone, e si ve-