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di qua e di là, Dio sa dove. Anche Don Liborio, vedete, il quale non ha nulla da fare, non si vede più. in casa.

— Viene tutti i giorni a trovar Cesare, rispose Elena.

Don Liborio andava dal genero ogni mattina, pettoruto, facendo risuonare la mazza sugli scalini di marmo. S’istallava nello studio, colla fronte tra le mani, scartabellando libracci, pigliando delle note, parlando di scrivere un trattato che sarebbe bastato da solo a spalancargli le porte della fama. I clienti verranno in seguito, — aggiungeva. I clienti sono come le pecore.

E si sdraiava nel seggiolone per sviluppare la sua idea, stuzzicandola con grosse prese di tabacco. Andava dicendo dappertutto:

— Mio genero, l’avvocato, sta scrivendo un trattato di polso, che farà rumore.

Donn’Anna invece predicava che bisognava darsi le mani attorno per acchiappare dei clienti, che stando rinchiuso nello studio non si accorgevano di lui, e gli lasciavano far la muffa.