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tava e l’irritava! — ch’egli l’amasse in tal modo, che egli la sentisse così dentro e palpitante nella sua carne, nel suo cuore, in tutto il suo essere, che non potesse più vivere senza di lei! che ormai dovesse amarla ad ogni costo, com’ella avrebbe voluto essere amata.
No, egli non era geloso di Cataldi, nè di questo nè di quell’altro! Era geloso di tutto, di tutti quelli che le dicevano quant’era bella del bisogno che ella provava di sentirselo dire e di veder prostrate ai suoi piedi tutte quelle adulazioni. Indovinava che egli non le bastava più, che c’era qualcosa di lei che gli si involava ogni giorno, ora per un invito a un ballo, domani per una serata di gala al S. Carlo, quando era attesa nei ritrovi, il momento in cui si faceva bella per gli altri, i capelli che adornava, le braccia che scopriva, la veste che non gli era dato sgualcire. E l’amava sempre, come prima, più di prima, in un modo diverso! E si rassegnava a ciò, e si contentava di quello che ella poteva lasciargli nel suo cuore, nella sua mente, quando aveva