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In questo tempo Elena era occupatissima a mandare delle partecipazioni alle sue amiche di collegio più in vista, alle conoscenze migliori che aveva racimolate qua e là, e a ricever visite nel suo salottino color d’oro, in mezzo ai suoi ninnoli luccicanti e ai suoi vasi pieni di fiori. In meno di un mese aveva il suo giorno di ricevimento, il suo taccuino pel giro delle visite, qualche amica che veniva a prenderla in carrozza, gli assidui che aspettavano il suo turno al San Carlo per farsi vedere nel palchetto di lei. Aveva fatto buona impressione nella società dov’era penetrata, seguita dal marito in guanti grigi.

— Farai delle conoscenze che potranno esserti utili, — gli diceva. — Magistrati, colleghi illustri; acquisterai dei clienti ricchi che ti metteranno in voga.

E lo lasciava nel vano di una porta, nell’angolo di un divano, accanto a un tavolino di primiera, a soffocare gli sbadigli dietro il cappello, a interessarsi al giuoco che non capiva,