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Le diceva colle mani giunte e l’accento sincero e commosso, che l’amava come un pazzo, l’aveva amata sin da quando l’aveva conosciuta alla Rosamarina e amava per lei quei luoghi dove l’aveva vista. Che non poteva più vivere senza sapersi amato da lei, ora che ella gli aveva detto una buona parola, che l’avrebbe seguita a Napoli, in capo al mondo. Elena a misura che si rimetteva andava facendosi sempre più pallida. Chinava il capo come per mettersi in difesa, fissava su di lui gli occhi profondi, diffidenti, quasi corrucciati.

— No! gli disse con voce sorda. Restate dove siete, non mi seguite, non fate altri scandali. Vi ho chiamato per dirvi che non vi amo, e che voglio amare soltanto mio marito.

Il barone se ne andò barcollando, e sulla scala s’incontrò col marito. Questi vedendo Elena così sconvolta, le chiese:

— Che hai?

Ella non rispose, poi, dopo un pezzetto, gli annunziò: