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le ultime rose intristite che suo marito andava a cercarle al riparo degli alti aranci. Sbadigliava nelle stanze, dietro i vetri ermeticamente chiusi. La campagna, di un verde più cupo nelle parti boscose, andavasi scolorando nella pianura solcata da lunghe fila d’uccelli neri, sotto un cielo grigio, macchiato dalle case nerastre del paese. Ella doveva subire potentemente quel mutamento. Ripeteva: — Quando partiremo?

Suo marito voleva farle osservare che era meglio aspettare l’esito delle pratiche intavolate dal notaio. Ma Elena rispondeva:

— Qui non c’è più nessuno. Non mi ci posso vedere, ora che dobbiamo vendere il podere.

— Non avremo dove abitare. L’hai sentito. Appena tre stanze.

— Che importa! Per quel che dobbiamo starci! ...

A lui stringeva il cuore di andare ad abitare accanto ai suoi, coll’uscio murato, di salire e scendere per quella scaletta esterna adattata al balcone, senza vedere alcuno dei suoi. Gli