Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/139


— 129 —

spalle, guardava il casamento dall’alto al basso, andava a misurare i muri colla sua bacchettina, dimenava il capo, e l’altro gli andava dietro, mogio, parlando basso, quasi supplichevole. Infine il notaio si arrampicò di nuovo sulla mula, facendo ohi! e là, dall’arcione che gli arrivava al petto: — Non val tanto; credete a me che me ne intendo. Fate venire anche cento periti, se volete. Saranno tutte spese buttate. Questo è un fondo d’economia, da tirarne frutto coi denti. Vostro padre, buon’anima, c’era affezionato perchè era stato il primo pezzo di terra della famiglia. Ma del resto fate bene a venderlo, giacchè avete dei debiti. Se no, ve lo mangiano!

Egli raccolse le redini, e s’avviava passo passo per la scesa della viottola, dondolando sulla sella, senza dar retta all’altro che gli andava dietro, continuando a parlargli sottovoce. Sì, diceva il notaio, — sì, son tutte chiacchiere. Ma vostro zio non vuole sentir nulla. Vi ha dato il fondo, e la parte di casa che vi spettava dell’eredità di vostro padre, tre stanze.

Verga. Il marito di Elena. 9