Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/135


— 125 —


Allora, egli cercando cosa avesse, trovava la vaga angoscia che offuscava tutta la sua felicità. Le parlava di sua madre inferma, della sua casa, dalla quale era bandito. Elena, colle ciglia aggrottate, non rispondeva, passeggiando al buio pei sentieri del giardino, in mezzo alle lucciole che sprizzavano scintille fra le tenebre, e di tanto in tanto gli si stringeva contro il braccio, quasi pel trasalire di una commozione inesplicata.

— Per me! per me! — Ma allora si irrigidiva a un tratto come pel corruscare di una sorda irritazione. Camminava assorta, fissando le tenebre, ascoltando vagamente il vento autunnale che gemeva nella gola del vallone, e faceva mormorare il giardino a guisa di un mare, e Cesare non scorgeva quella ruga sottile e fuggevole che si disegnava in mezzo alle sopracciglia di lei, nè l’inspirazione avida che le faceva bere l’aria fredda della notte colle narici palpitanti, colle labbra turgide e semiaperte, con un anelito vigoroso del petto che somigliava molto ad un sospiro. E se egli la interrogava: