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giunte; nè aveva mai sospettato quanta violenza di malumore ci potesse essere in quel carattere. Ma la moglie, mentre risalivano la viottola, sotto i rami intrecciati come una vôlta, stringendosi al petto il braccio di lui, gli disse:

— Io ti voglio un gran bene, sai!

D’allora in poi, nè scarrozzate, nè gite nei dintorni, nè partite di piacere. Elena lasciò cascare persino l’invito che aveva fatto la baronessa di andare a passare il San Martino in casa sua. Sembrava in collera con don Peppino che aveva interrotto bruscamente i suoi piaceri fanciulleschi.

Ella continuava a riceverlo perchè non poteva fare altrimenti, per non dare nell’occhio, ma tutti s’accorgevano del suo mutamento; e il Barone stava davanti a lei come uno scolaretto, a testa bassa, tanto che finì col diradare le visite. Però era sempre a ronzare lì intorno, colla cacciatora di velluto e lo schioppo in spalla. Elena lo vedeva da lontano, fra i cespugli della Rocca, o sui greppi