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di vapori azzurrognoli, su cui si spegnevano gli ultimi raggi del sole dorati nelle nuvole bianche, aspirando avidamente i vigorosi profumi dell’autunno, assorta, in mezzo al cicaleccio delle sue compagne, nel ronzìo misterioso che fanno gli insetti al cader della sera, nel trillare dei grilli lontani che davano un che di sconfinato alla campagna. La prima parola che le rivolse il marito la scosse bruscamente come da un sogno.

Il barone tornò spesso alla Rosamarina, a far visita alla signora Elena, a bere il rosolio sotto il pergolato, a cacciare la beccaccia nel vallone. A poco a poco diveniva disinvolto, ed anche Elena, che si abituava alle maniere ed alle mode della provincia, andava familiarizzandosi con lui. Scopriva che egli era un buon giovane, in fondo, semplice e bravo all’occorrenza, generoso e servizievole. Fra i signorotti e le dame del vicinato che formavano la società della Rosamarina egli era il gallo della Checca, gli uomini gli facevano la corte come una signora,