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si stringeva al mio braccio, lo sentì trasalire, e lo premette leggermente come per attaccarsi a me.

— Non ci ho colpa, vi giuro! esclamò con voce supplichevole. Speravo che a quest’ora fossero partiti!...

Mi prese per mano come un bambino, e mi fece salir le scale appresso a lei.

— Zitto! mi sussurrò all’orecchio. Non voglio che vi vedano; spegnete il gas.

Io girai la chiavetta. Eravamo al buio, e sentivo il profumo del suo fazzoletto, il soffio del suo respiro; ella cercò tastoni il campanello, e suonò quasi timidamente. Venne ad aprire una leggiadra cameriera; Eva le disse all’orecchio qualche parola, mi spinse in un andito, e scomparve senza far rumore da un altro uscio a vetri.

La cameriera mi fece entrare in una stanza