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tende della finestra in faccia alla mia — i soli capelli — o le linee graziose degli omeri della modista che vedevo tutti i giorni dietro la vetrina in via Rondinelli. Nella compressione dell’arte c’è una squisita sensualità; la bellezza plastica che componevasi nel bello ideale aveva per me certi affascinamenti ancora verginali, ma potentissimi.

La mia vita trascorreva serena in un mondo che m’ero creato colla mia fantasia. Non avevo mai rivolto un solo sguardo di desiderio su quei piaceri di una grande città che mi passavano sotto gli occhi, sebbene ad una certa distanza, e come in nube; eppure se ne avevo provato la curiosità come un amaro sentimento di privazione, m’ero rifugiato nella mia arte come nelle braccia d’una amante. Il mio più gran divertimento era quello di andare a teatro