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strappava le lagrime, finchè svoltai l’angolo della viottola.

Il padre suo insisteva per accompagnarmi sino allo stradale. Mi parve un delitto il defraudarlo di quegli ultimi e solenni momenti che poteva passare ancora presso il figlio che la morte gli rapiva. Partii addolorato profondamente.

Tutta la notte non potei dormire. Sembravami di sentire al mio capezzale il rantolo di quel moribondo, e di vedermi dinanzi agli occhi quello sguardo e quel sorriso nuotanti nel sudore dell’agonia.

Il giorno dopo, di buon mattino, ritornai ad Aci Sant’Antonio. Sulla strada di Valverde incontrai il contadino che mi avea recato la lettera di Enrico il giorno innanzi. Lessi tutta la verità nell’occhiata che egli mi volse, e l’interrogai col solo sguardo.