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rono le voci dei suoi parenti che si avvicinavano. — Maledetta! esclamò egli trasalendo e buttando il ritratto per terra. Maledetta! Menzogna infame che mi hai rubato la felicità vera! maledetta! E maledetta anche te, arte bugiarda che c’inebrii con tutte le follie! maledetta!

Un accesso di tosse sembrò soffocarlo; il corpo era troppo debole, ma lo spasimo lo faceva sollevare sulla poltrona, agitando le braccia smaniosamente, e tentava quasi colle mani contratte di strapparsi dalla bocca e dal petto quel dolore insoffribile. In quel momento temetti sul serio che mi morisse fra le braccia.

Allorchè sopraggiunsero i suoi parenti era abbandonato sui cuscini, con un soffio di vita sulle labbra, cogli occhi fissi, e le lagrime che gli rigavano le guancie.

Qual più doloroso spettacolo di persone