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il conte con uno sforzo d’audacia, perchè era imbarazzato egli medesimo del suo silenzio,

Enrico appoggiò ambe le mani sul marmo del tavolino, si chinò verso di lui sin quasi a soffiargli in faccia le sue parole, e rispose lentamente:

— Lo so perchè sono stato l’amante della tua amante.

Nell’occhio del conte passò un lampo, e le sue labbra si contrassero sforzandosi di sorridere ancora. Sembrò ondeggiare un istante sul partito da prendere, e istintivamente volse attorno uno sguardo furtivo e lo fermò su di Eva. Ella era pallidissima, avea le labbra livide, e l’occhio smarrito, come se stesse per isvenire. Tutti quegli sguardi che si fissavano sul conte sembrarono raddoppiare il suo sangue freddo: egli esitò un solo momento; poi alzò il