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Feci mille pazzie per lei, la cercai, implorai, piansi, passai le notti sotto le sue finestre, vidi l’ombra di lei accanto all’ombra di un uomo dietro le cortine, seguii di notte la sua carrozza per le Cascine, e vidi il suo capo sull’omero di lui. — Ella, mi ravvisò, e chiuse le imposte, o si tirò vivamente indietro, o volse il capo dall’altra parte. — Sirena! maliarda! che mi aveva inebbriato coll’amore, ed ora mi attossicava colla gelosia! Le scrissi; le scrissi umile, delirante, minaccioso. Ella mi rimandò le mie lettere con un sol motto: — “Una follia non si fa due volte, o diventa sciocchezza„. — Una sera la rividi in teatro; ella mi gettò una sola occhiata dal suo palchetto — a me che divoravo la sua bellezza con tutti i sensi, e ne ero geloso! La vidi uscire raggiante, superba, colla testa alta, il cappuccio sugli occhi, e