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menticato sul mio canapè. Ti giuro che i miei sogni valevano assai dippiù della realtà! Ah! le mie duchesse di via S. Spirito! Se avessi saputo che la scienza della vita dovea costarmi tante e sì care illusioni, io avrei preferito la miseria, l’oscurità e i miei castelli in aria. Non ti dirò di chi fosse il torto; anzi probabilmente era mio, perch’ero sognatore, perch’ero ombroso e diffidente, perch’ero divenuto scettico, perchè amavo da osservatore, e mettevo sempre del riserbo, direi della restrizione mentale, nelle espansioni del cuore. Quando nei trasporti amorosi non si mette lo stesso abbandono dalle due parti, una delle due è ridicola di certo. — Non so quale.