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vano fame. Tutt’a un tratto udii uno scalpito accelerato ed un grido — guarda! — e mi gettai sul ciglione, tutto sossopra, come se ne valesse la pena! e vidi passare come freccie due cavalieri, anzi un cavaliere ed un’amazzone. L’amazzone era lei, Eva; la riconobbi al riso, rideva allegramente, e alla persona; ma non la vidi in faccia; era rivolta verso il suo compagno, gli parlava, non mi vide — credo che non mi abbia visto. Il suo cavallo era coperto di sudore, aveva le narici rosse e mandava nugoli di fumo; ella era leggermente inclinata sulla sella, acconsentiva la mano alle redini e tutta la persona ai bruschi movimenti del cavallo con grazia ardita e sicura; si udivano stridere il cuoio e le cinghie della sella: il velo le svolazzava dietro coi biondi capelli, e la lunga veste ondeggiava come un prolungamento della sua