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bei romanzi ove si parla si guadagni enormi fatti con un nulla e mi parve d’essere ricco possedendo cinque lire e quella bella idea. Salii senza esitare le scale di una casa ove gli artisti e gli studenti poveri andavano a disputarsi l’un l’altro il pane quotidiano; arrischiai una lira, poi l’altra, poi l’altra, poi l’ultima. Vedevo delle fiamme abbaglianti passarmi dinanzi agli occhi, e provavo degli improvvisi sbalordimenti. Mi parve che si facesse un gran vuoto nel mio cuore, e ne sentii tutta la penosa sensazione, nel momento in cui si voltava la carta che dovea decidere dell’ultima mia lira. Tu non sai quel che voglia dire l’ultima lira! vuol dire il pane dell’indomani, e si ha lo stomaco vuoto! e i fantasmi dei tuoi bisogni ti attraversano in un lampo lo spirito!... Poi sentii una gran calma improvvisa, con una specie di benessere, una terribile luci-