Pagina:Verga - Eva.djvu/172


— 166 —

sito di buttarglielo in volto appena l’avessi rinvenuta.

Ahimè! io non la rinvenni! non le buttai nulla in viso! Il vuoto che ai era fatto nel mio cuore, a furia di vivere soltanto per essa, mi aveva prostrato intieramente e aveva isterilito il mio ingegno. Tutte le orride lingue della miseria del cuore, dell’intelletto e della borsa, lambivano la mia esistenza, L’avvilimento mi snervava, e logoravo la mia vita nell’ozio, sulle panche di un bigliardo o di un caffè. I debiti, l’inerzia e la miseria mi affogavano; tutta l’attività del mio spirito non avea altra mira che di farmi acconciare alla meglio in quel fango — ed io mangiai tranquillamente il biglietto di cinquecento lire.