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Ella trovava cento pretesti per venire a stare con me due o tre volte durante quelle visite, e in quei due minuti in cui ella mi saltava sulle ginocchia, aveva tali carezze, tali baci, tali parole da farmi impazzire. Sembrava che gli ostacoli irritassero il suo amore, e gli dessero mille nuove attrattive. Noi ci dicevamo delle cose futili, sciocche, senza significato, sottovoce, tremanti, estatici. — Poi ella mi lasciava con un bacio, e scappava via.
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Una volta mi trovò che ridevo.
— Che hai che ridi così? mi domandò.
— Penso alla bella figura che ci fanno quei tuoi amici là mentre tu sei con me.