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deva gli occhi colle mani, metteva la sua bocca nella mia per sentire come fosse caldo il mio alito: ed appoggiava l’orecchio sul mio cuore per udire come battesse. Mi voltava e rivoltava in tutti i sensi e scomponeva i miei capelli, e quando l’affissavo a lungo negli occhi, li chiudeva con un piccolo grido di paura.

— Se avessi saputo dì doverti amare così, mi diceva, non ti avrei più cercato. — Mi fai male!



Delle volte voleva che le suonassi al pianoforte la musica dei suoi balli, ed ella m’appariva improvvisamente dinanzi nel suo leggiadro costume, e spiegava attorno a me tutte le seduzioni — per me! per me solo!